Ad iniziare la svolta religiosa in senso
enoteista fu Amenofi III, il padre di Akhenaton, che cominciò a combattere il
clero di AmonAkhenatonAmenofi III: particolare dei colossi di Mnemone
contrapponendogli il dio Aton che viene assimilato a Ra. Aton, che venne
considerato elemento divino fin dal regno di Thutmosi IV, è dunque posto sullo
stesso livello di Amon. A testimonianza di questa nuova tendenza, Amenofi III,
soprannominato "il donnaiolo" perchè si diceva avesse 365 donne
diverse all'anno, fece costruire ai confini del deserto uno splendido palazzo
circondato da un grande parco a cui aveva dato il nome di "splendore di
Aton". Quì nacque Akhenaton (o Ekhnaton) che alla nascita prese il nome
del padre, ossia Amenofi. L'Egitto era al massimo del suo espansionismo e la
corte del faraone attraversa in questi anni un periodo di splendore. L’arte
acquista una grazia tale da far meritare ad Amenofi III l'appellativo de
"Il Magnifico". Il piccolo principe ereditario, all'età di 12 anni,
fu sposato ad una fanciulla, forse una cugina, di nome Nefertiti ("la
bella che viene da lontano"), di due o tre anni più giovane, perché il
trono avesse al più presto un erede. Alla morte Amenofi III la regina Teie
prese il potere in nome del figlio. L'incoronazione di Amenofi IV, che di
Amenofi III era il secondo genito, avvenne a Karnak in un clima di serenità per
quanto riguarda i rapporti con il clero. Nell'anno 2 del suo regno la svolta:
il faraone fanciullo cambiò il nome, e da Amenofi, che significa "pace di
Amon", ad Akhenaton, cioè "Aton è soddisfatto". Akhenaton, che
non credeva nella vita nell'oltretomba, si attribuisce la funzione di
rivelatore di Aton agli uomini definendosi suo figlio e cerca di convincere i
propri sudditi a credere anch'essi in un solo dio, il dio sole e quindi a se
stesso. Il potere politico coincideva perciò con quello religioso. Verso il
sesto o settimo anno di regno, Akhenaton, con l'intento di avvalorare il suo
credo, decide di abbandonare l'allora capitale Tebe, a suo dire troppo legata
al culto del dio Aton, in favore di una nuova capitale fondata in onore del dio
Aton. Dopo molto girovagare, nell'anno 4 del suo regno Akhenaton credette di
trovare nella deserta pianura di Tell El-Amarna il luogo ideale per la
costruzione, nell'anno 5 e 6, della nuova città che venne chiamata Akhetaton
ossia "l'orizzone del dio sole". L'orizzonte del dio sole era
simboleggiato dal disco solare racchiuso tra due monti e proprio tra le alture
circondanti la pianura vi erano due monti separati da una spaccatura da dove
sorgeva il sole. Nel cuore della capitale Akhetaton, che doveva ospitare tra le
20000 e le 50000 persone, fu costruito il tempio di Aton che fungeva anche da
palazzo reale. Il pavimento del palazzo fu disegnato con figure di guerrieri
asiatici e nubiani (i nemici dell'Egitto) così che venissero calpestati dal
faraone anche nei momenti di riposo. Le 14 stele che delimitavano la città ed i
templi formavano una serie di rettangoli perfetti che riproducevano in
proporzione la superficie dell'area di Amarna (nome attuale della zona in cui
sorgeva Akhetaton). Le stele riportavano le dimesioni della città ed un
giuramento a non oltrepassarle mai. La nuova capitale era uno spettacolare
insieme di colori, con muri, piani e soffiti pitturati o adornati di colorati
mosaici. Il popolo, di fronte ad una rivoluzione di questa portata, restò
fedele agli antichi dei, rifiutando il nuovo culto enoteista. Dopo 10 anni di
potere, Akhenaton un editto che vuole la sconsacrazione di tutti gli antichi
dei: il clero di Amon viene disperso, i templi chiusi e i beni confiscati.
Ovunque in Egitto appare il nome di Amon, esso viene sistematicamente
scalpellato. Incaricati del re furono sguinzagliati per tutto il paese a
martellare e cancellare il nome del dio di Tebe dai templi, dalle steli, dalle
tombe, dai papiri e da tutte le altre iscrizioni. La rottura con la tradizione
si manifesta anche in altri ambiti: gli artisti, ad esempio, vengono lasciati
liberi di esprimere il loro pensiero e ciò permise loro di produrre opere di
stupefacente umanità. Dopo 17 anni di governo, Akhenaton scompare. Tale scomparsa
è ancora oggi un mistero. Alcuni pensano vi sia stata una congiura contro di
lui anche se è mal supportata dal fatto che vi sono molte perplessità
sull'identità del suo successore. Molti studiosi ritengono che questo
successore sia Smenkhara, figlio o fratello di Akhenaton, mentre per altri
dietro il nome Smenkhara si cela la moglie Nefertiti che quindi avrebbe regnato
fino alla salita al trono di Tutankhamon, forse suo figlio. Altri studi parlano
di Smenkhara come coreggente di Akhenaton nei suoi due ultimi anni di regno in
seguito alla morte di Nefertiti giunta nel 14º anno di regno. Le stesse fonti
parlano di un allontanamento di Nefertiti da Akhenaton sfociato, forse, nella
separazione della coppia reale due anni prima della morte di Nefertiti. La tomba
di Akhenaton fu collocata ad est di Akhetaton ed in perfetto allineamento con
il tempio di Aton. Nelle loro raffigurazioni, Akhenaton e Nefertiti, vengono
ritratti nudi, inoltre Nefertiti rappresentata in battaglia e vestita dei
simboli del faraone, mentre Akhenaton viene raffigurato da solo quando
intercede presso il dio sole Aton. L'autodivinizzazione fu considerata il vero
affronto di Akhenaton alla tradizione. Solo nell'Antico Regno i faraoni erano
considerati dèi, mentre in seguito, già con la V dinastia, il faraone perse
questa caratteistica divina. Con la morte di Akhenaton vengono anche
ristabiliti i culti tradizionali. Ad Akhenaton da adesso in poi si farà
riferimento come al "nemico", il suo nome verrà cancellato dagli
annali e la città di Akhetaton distrutta come le opere realizzate in onore di
Aton. Ay, allora Gran Visir, fece divulgare un editto in cui il nome di
Akhenaton veniva associato ad ogni evento negativo. Nello stesso editto
venivano inoltre elencati tutti gli errori di Akhenaton.
Il suo nome non sarà più pronunciata sino al
1917 d.C. quando venne scoperta nella Valle dei Re una tomba, la numero 55,
risalente all'epoca di Tutankhamon e quindi costruita in onore di un suo
parente stretto. Quale è il nome del defunto è impossibile stabilirlo poichè
sia il sarcofago che le iscrizioni sulle pareti furono cancellate a
scalpellate. Gli unici indizi vennero ricavati dallo studio dei crani di
Tutankhamon e dello sconosciuto. Il confronto, secondo gli esperti, rivelava
una parentela diretta, probabilmente del 1º grado. Sono in molti a sostenere
che quella è la tomba di Akhenaton, il cui corpo fu trasportato nella Valle dei
Re da Tutankhamon, mentre per altri il defunto sconosciuto è Smenkhara.
Quì di seguito proponiamo un'ode che Akhenaton
stesso dedicò al dio Aton
La figura di Akhenaton viene rappresentata in
maniera diversa dagli altri faraoni. Infatti, mentre gli altri sovrani venivano
raffigurati con fisici perfetti tanto da avvalorare la loro figura di semidio,
Akhenaton era disegnato e scolpito dall'artista Bak col viso magro e allungato
e con la pancia grossa. Queste particolarità artistiche sono oggetto di
discussione tra gli studiosi.
Molti sostengono che, vista la sua politica
rivoluzionaria, Akhenaton abbia voluto farsi rappresentare così per
sottolineare il distacco dal passato;
altri affermano semplicemente che la figura di
Akhenaton, in seguito al fallimento del suo progetto e alla conseguente fama di
"eretico", venisse appositamente imbruttita per non essere ammirata
dal popolo;
un'altra teoria afferma che il faraone era
omosessuale e perciò la sua immagine veniva assimilata a quella di una donna;
più o meno dello stesso avviso è Zaki Hawass
che però afferma che l'unione tra il corpo maschile e quello femminile stava a
significare l'importanza di Akhenaton come tramite tra il dio Aton e il popolo;
secondo altre fonti il ventre sformato del
faraone era la riproduzione del cadavere di Osiride gonfiato dalle linfe;
un'ennesima ipotesi è quella che Akhenaton
fosse malato e che quelle sproporzioni erano il frutto della malattia, mentre
di avviso opposto è la teoria che sostiene che la voluminosità della pancia del
faraone fosse simbolo di benessere.
Il tesoro di Akhenaton
Nel 1952, all'interno di una caverna vicino a
Qumran in Palestina, furono rinvenuti dei rotoli di rami sui quali si racconta
di un favoloso tesoro appartenuto al faraone egizio. Tale tesoro sarebbe stato
composto da lingotti d'oro, monete d'argento ed anfore colme di gioielli e
pietre preziose e si troverebbe in qualche antica località della Palestina. Il
suo valore sarebbe stimato in 64 tonnellate di argento e 26 tonnellate d'oro.
Robert Feather afferma che nei rotoli,
prendendo alcune lettere greche qua e là, è scritto il nome di Akhenaton.
Inoltre, sostiene Feather, nei rotoli sarebbe scritto che il tesoro si trovava
originariamente nella regione di Amarna ma poi, in seguito alla morte di
Akhenaton, all'assassinio di Smenkhara e alla prematura scomparsa di
Tutankhamon, venne portato in un luogo sicuro da mercenari ebrei. Trascorsero
200 anni prima di essere riscoperto da Mosé che lo portò con sè in Palestina.
Durante uil viaggio Mosé ne abbandonò una parte lungo le rive del Nilo.
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